Illustrazione di Daniel Haskett (particolare)
Avevamo già osservato come il colore possa creare delle artificialità spaziali (https://www.danilosantinelli.it/danilos-blog/uso-spaziale-del-colore/), ma questo processo di mostrare qualcosa d’inesistente nei fatti, è una pratica abitualmente impiegata dagli autori d’immagini, i quali tramite la nostra esperienza del reale ci pongono in una condizione di co-autori, o meglio, ci assegnano il compito di completare il testo visivo. Aspetto che sarà certamente più chiaro con l’ausilio di alcuni esempi.
Osservando questa immagine di Asterix(53), personaggio creato da René Goscinny (sceneggiatore) e Albert Uderzo (disegnatore), ci sorprendiamo nell’immaginare molte più cose di quante essa concretamente ne mostri.
Cos’è effettivamente mostrato da Uderzo? Vediamo Obelix e Asterix che saltano entusiasticamente, movimento e gestualità sono enfatizzati dalle linee cinetiche (Le linee cinetiche ci consentono di visualizzare il movimento e lo spostamento di un soggetto, animato o inanimato, altrimenti invisibili ai nostri occhi, non è del resto un caso che le linee cinetiche siano state introdotte con l’intento di rappresentare la velocità della civiltà industriale, alla quale i pittori futuristi inneggiavano e plaudivano). I due personaggi devono necessariamente compiere tale salto da un piano d’appoggio, del quale invece non vi è traccia, seppure lo immaginiamo. Ciò che vediamo in sua vece è una tratteggiatura nera che leggiamo inequivocabilmente come l’ombra dei due galli, sebbene non presenti una forma credibile per esserlo. Questo avviene perché stiamo attingendo alla nostra esperienza, alla nostra conoscenza del mondo. Solo grazie ad essa quel tratteggio diviene un’ombra credibile, e, solo grazie ad essa, visualizziamo un suolo che nei fatti non c’è.
Veniamo a un esempio ancora più sbalorditivo con un’illustrazionedi Zara Pickens.
Una ragazza va in altalena. La fune dell’altalena è definita da una linea poco più chiara del fondo, rendendosi appena distinguibile da esso. Una macchia scura ne costituisce il seggiolino. È autunno e la scena si svolge in un giardino, sono le foglie a farci visualizzare stagione e luogo, ma non sembrano limitarsi a questo, mostrandoci invece anche l’oscillazione dell’altalena, senza di esse, infatti, avremmo difficoltà a percepirne l’andirivieni.
Se osserviamo l’immagine senza la loro presenza, tutto cambia. Continuità ed equilibrio compositivo vengono meno, la ragazza appare come sospesa, della stagione non rimane traccia e il luogo si fa incerto.
L’autore d’immagini condivide queste esperienze con noi, sa dunque di poterci mostrare, tramite suggerimenti, cose assenti dall’immagine.
L’esempio mostratoci dall’illustrazione di Daniel Haskett è ancora più straordinario.
L’immagine presenta un ramo con un frutto appeso, è diagonalmente orientato, come a indicarci la minuscola figura che proietta un’ombra. Ramo e figura sono neri, mentre il frutto è ocra e le foglie bianche. Un’immagine geniale nella sua assoluta sintesi: formale, dove ramo e figura sono delle siluette; compositiva, con l’impiego dinamico del ramo a evidenziare la presenza dell’uomo; cromatica, con l’impiego di quattro soli colori. Il ramo, in sinergia con il verde del fondo, ci suggerisce l’ambiente naturale. Il suo rapporto dimensionale con la figura, l’inquadratura dall’alto. La dimensione dell’uomo e la sua ombra, in rapporto a quella del ramo, ci consentono di visualizzare un ampio spazio. È davvero sbalorditivo come Haskett, con solo due elementi, riesca a farci immaginare un mondo così ampio. Si tratta in realtà dell’illustrazione di copertina del libro A way through the wood di Nigel Balchim, che abbiamo preferito non mostrare completa del titolo, non volendo far imputare al lettore l’immaginazione dei luoghi alla suggestione di quel wood.
Bibliografia
ARNHEIM Rudolf, Arte e percezione visiva, [1954], Milano, Feltrinelli, 2002.
BARBIERI Daniele, I linguaggi del fumetto, Milano, Bompiani, 1991.
GOMBRICH, Ernst H. HOCHBERG Julian BLACK Max, Arte percezione e realtà, [1972], Torino, Einaudi, 2002.
ITTEN Jhoannes, Arte del colore, [1961], Milano, Il Saggiatore, 2001.
KANDINSKY Wassily, Punto linea superficie, [1925], Milano, Adelphi, 1982
SWEENEY Michael S., Dentro la Mente – La sorprendente scienza che spiega come vediamo, cosa pensiamo e chi siamo,, Vercelli, Edizioni White Star (per l’Italia), National Geographic Society, 2012
TORNAGHI Elena, Il linguaggio dell’arte, [1996], Torino, Loescher, 2001
Siti web